La sessualità ai tempi del Covid
Stefano Caruson, Chiara Bernardi, Mara Imitazione, Ilaria Mascioli
In virtù del periodo storico che si sta vivendo e data la letteratura di riferimento sull’argomento ampiamente discussa e dibattuta attraverso l’ausilio di media e social network, il presente studio “Sessualità ai tempi del covid” si è prefissato come obiettivo quello di analizzare una possibile connessione tra le misure di confinamento adottate dal governo di appartenenza, nella fattispecie – lockdown, distanziamento sociale, limitazione delle uscite – e quanto queste abbiano influito in qualche misura sulle relazioni e sulla vita sessuale della popolazione.
Gli obiettivi dello studio sono stati i seguenti:
- indagare se le misure di distanziamento, dovute a tale pandemia, abbiano in qualche misura influito sulla messa in atto di comportamenti quali, baci, abbracci nei riguardi del proprio partner;
- verificare se gli effetti dell’esposizione a tale pandemia abbiano influito in maniera rilevante sulla frequenza e sulla qualità dell’attività sessuale della popolazione italiana;
- valutare se la pandemia abbia avuto conseguenze sullo sviluppo o sull’aumento di disturbi sessuali come difficoltà a raggiungere l’erezione, eccitazione, orgasmo, dolore da penetrazione;
- verificare se la pandemia e le misure di confinamento sociale abbiano determinato cambiamenti sull’autoerotismo, sulla visione di materiale sessualmente esplicito e sullo scambio di video/immagini di nudo e semi nudo.
La presente ricerca è stata condotta dal CIFRIC – Centro Italiano Formazione Ricerca e Clinica in Medicina e Psicologia – Presidente dottor Stefano Caruson – nell’ambito delle attività di ricerca del “Master in Sessuologia Clinica” in collaborazione con la dott.ssa Chiara Bernardi, dott.ssa Mara Imitazione e dott.ssa Ilaria Mascioli, tramite un questionario creato ad hoc, mediante l’ausilio della piattaforma Google Moduli.
Hanno partecipato a tale sondaggio soggetti di età compresa tra i 18 e 64 anni; attraverso la scheda sociodemografica si è indagato, sesso, età, orientamento sessuale, regione di appartenenza, posizione lavorativa, stato sentimentale etc.
Successivamente, in linea con quello che è il primo obiettivo, la raccolta dati ha reso evidente che vi è una significativa relazione tra la diffusione della pandemia e la messa in atto di comportamenti quali, baci e abbracci; infatti, si rileva una riduzione significativa della messa in atto di condotte esternalizzanti.
Per quanto concerne il secondo obiettivo prefissato dalla seguente ricerca, dai dati si evidenzia che la frequenza dell’attività sessuale, che nella maggior parte dei casi è svolta con una frequenza di 1-2 volte a settimana, ha subito delle variazioni statisticamente significative durante il lockdown; questo si può affermare sia per quanto riguarda le coppie stabili sia per coloro che vivono rapporti occasionali o extra relazionali. La maggior parte delle coppie si sono ritrovate, infatti, da un giorno all’altro rinchiuse in convivenze forzate o a vivere distanti dal partner, senza la possibilità di potersi vedere. D’altra parte, per i single, sono venute meno improvvisamente le frequentazioni occasionali e la possibilità di ricerca di un partner.
Quanto emerso va a conferma di quelle che erano le ipotesi di partenza e, dunque, si può sostenere che la pandemia ha prodotto ripercussioni sull’attività sessuale.
Tra le principali motivazioni espresse a giustificazione di una riduzione dell’attività sessuale sono emerse:
-stress (61,8%)
-limitazione degli spostamenti (50,3%)
-presenza costante dei familiari/figli in casa (44,5%)
-paura del contagio (24,1%)
-disturbi di vario genere (23,6%)
-obbligo distanziamento sociale (18,3%)
A causa del COVID-19 si è evidenziata una significativa diminuzione della soddisfazione sessuale. Molte persone (61,2%) hanno dichiarato di essere state sopraffatte da sentimenti di paura, tristezza e calo dell’umore, durante un rapporto sessuale.
E’ stata, altresì, confermata l’ipotesi di partenza circa l’aumento di problemi sessuali riscontrati con il partner (es., difficoltà a raggiungere l’erezione, eccitazione, orgasmo, dolore da penetrazione).
Durante il lockdown, inoltre, un ulteriore dato emerso dal nostro studio è relativo all’aumento della masturbazione a cui si associa un considerevole aumento della visione di contenuti pornografici e dello scambio delle foto/video di nudo/seminudo attraverso i canali social.
CONCLUSIONI
La ricerca ha dunque avuto l’obiettivo di misurare l’impatto che, il periodo della quarantena forzata e il periodo attuale che stiamo vivendo, ha determinato sulle abitudini relazionali e sessuali delle persone. Durante il periodo di pandemia ogni persona ha vissuto un’improvvisa rinuncia della propria libertà a causa dell’isolamento, del distanziamento sociale e del pressing psicologico. In questo scenario, tra gli aspetti maggiormente colpiti, rientra la sessualità e tutto ciò che le è connesso.
Il distanziamento sociale che sembra rispettato dalla maggior parte delle persone (76%) e l’influenza del pensiero della pandemia sulle medesime (80%) hanno determinato un cambiamento sostanziale delle espressioni affettive (baci/abbracci) che hanno subito un calo statisticamente significativo durante il lockdown e che, per quanto recuperate, ancora non sono ai livelli precedenti la pandemia.
Le conseguenze della pandemia si rilevano anche sulla vita sessuale. Si è riscontrata, infatti, una riduzione della frequenza degli atti sessuali e della soddisfazione percepita dai partner e, in aggiunta a quanto sopradetto, sonoaumentate le problematiche legate alla sfera sessuale individuale e di coppia. Si è rilevato, al contrario, un incremento del ricorso alla masturbazione, nella visione di pornografia e nello scambio di foto e video di nudo/seminudo, percepiti come comportamenti più sicuri. Un dato interessante è che quest’ultimo aumento è stato riscontrato anche nelle persone che dichiarano di avere una relazione stabile/convivenza che potrebbe essere stata funzionale alla gestione delle problematiche sessuali attivatesi durante il periodo di stress psicologico innescato dalla pandemia. il ricorso alla masturbazione appare quindi un modo per gestire la frustrazione collegata a delle insoddisfazioni/ disfunzioni sessuali e, al contempo, un modo per arginare l’ansia assumendo così, più che un modo per appagare un desiderio sessuale mortificato, una funzione “consolatoria”.
Il messaggio che è passato durante il periodo del lockdown è stato “distanziamento”, che mal si coniugaconiuga con la sessualità, uno degli aspetti di vita comune che pare aBBIA subito più variazione durante il periodo pandemico.