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La Perizia nella giustizia minorile: ruolo dello psicologo forense

L’attività dello psicologo forense (o giuridico) nell’ambito della giustizia minorile è particolarmente delicata e si differenzia in modo significativo dal diritto penale classico.

La delicata natura della giustizia minorile richiede un approccio altamente specializzato da parte dello psicologo forense, il cui ruolo si distingue notevolmente da quello nel diritto penale tradizionale. La complessità di un caso giudiziario che coinvolge un minore impone una valutazione approfondita, in cui lo psicologo forense non solo si occupa degli aspetti legali, ma deve esaminare attentamente lo sviluppo cognitivo del minore, le sue capacità mnestiche, l’intelligenza emotiva e l’esame della realtà, tenendo conto delle fasi di sviluppo individuale.

Secondo la definizione dell’Ordine Nazionale degli Psicologi, le responsabilità dello psicologo forense includono l’assessment e la diagnosi psicologica, la valutazione della pericolosità, dell’imputabilità e responsabilità penale di adulti e minori, la quantificazione del danno psichico, il criminal profiling e la valutazione di minori in contesti familiari difficili. Un compito complesso che richiede una profonda comprensione delle dinamiche psicologiche e sociali coinvolte.

L’attività dello psicologo forense è essenzialmente valutativa, e mai terapeutica. Inoltre, deve aderire al Codice Deontologico degli Psicologi Italiani e seguire le linee guida della psicologia giuridica, come la Carta Noto e le Linee guida deontologiche per Psicologo Forense dell’Associazione Italiana Psicologia Giuridica. Questo assicura un approccio etico e rispettoso delle norme professionali.

L’atteggiamento “falsificazionista” è centrale nell’operato dello psicologo forense, che deve esplorare ogni possibilità, sottoponendola a un rigoroso processo di verifica razionale, eventualmente coinvolgendo altre figure professionali come criminologi e medici legali. L’obiettivo è giungere a conclusioni il più possibile oggettive da presentare al giudice.

Nel contesto specifico della giustizia minorile, l’utilizzo dei test tradizionali richiede una particolare cautela. L’approccio dovrebbe essere integrato da valutazioni cliniche approfondite, in quanto la letteratura scientifica ha dimostrato che test proiettivi come CAT, TAT e Rorschach possono lasciare ampio spazio a interpretazioni soggettive.

Si suggerisce, pertanto, l’impiego di tecniche più recenti e quantitative, condivise dalla comunità scientifica. Test come la batteria di valutazione neuropsicologica per l’adolescenza (BVN), il Cognitive Behavioural Assessment (CBA-Y), il Coddington Life Events Scales (CLES), tra gli altri, mirano a fornire elementi oggettivi per una migliore comprensione del caso e una decisione giudiziaria informata.

PERIZIA NELLA GIUSTIZIA MINORILE: INCARICHI E DEONTOLOGIA

In generale, lo psicologo forense svolge come perito, in ambito penale, perizie su nomina del giudice o, in ambito civile, consulenze tecnico-giudiziarie come CTU (Consulente Tecnico d’Ufficio), Consulente Tecnico del Pubblico Ministero (CTPM) o Consulente Tecnico di Parte (CTP) su nomina degli avvocati di parte. Nel suo operare, deve rispettare sia il Codice Deontologico degli Psicologi Italiani, sia alcuni documenti che definiscono le linee guida della psicologia giuridica, tra cui la Carta Noto (1996, 2002, 2011) e le Linee guida deontologiche per Psicologo Forense dell’Associazione Italiana Psicologia Giuridica.

L’attività dello psicologo forense è di tipo esclusivamente valutativo – mai terapeutico: dovrà applicare i metodi della psicologia clinica allo specifico contesto giudiziario minorile, sia come ausilio per l’emissione delle sentenze, sia per tutelare gli interessi dei soggetti coinvolti.

L’atteggiamento da adottare è di tipo “falsificazionista” : ogni possibilità dovrà essere vagliata ed eventualmente confutata razionalmente (anche con il supporto di altre figure professionali, quali criminologi e medici legali), allo scopo di giungere a conclusioni il più possibile oggettive da sottoporre al vaglio del giudice.

PERIZIA NELLA GIUSTIZIA MINORILE: METODOLOGIA

In contesto giuridico, specialmente minorile, i test tradizionali devono essere utilizzati con estrema cautela, e comunque accompagnati da attente valutazioni e osservazioni cliniche: l’obiettivo è valutare – non fare terapia – per fornire a tutte le parti interessate elementi oggettivi utili alla presa della migliore decisione.

La letteratura scientifica ha dimostrato che test proiettivi quali CAT (1957), TAT (1960), Blacky Pictures (1971), Favole della Duss (1957), Rorschach (1981) lasciano ampio spazio all’interpretazione soggettiva dei risultati, e suggerisce di applicare tecniche il più possibile recenti, quantitative e condivise dalla comunità scientifica, tra cui, ad esempio:

BVN (2009), batteria di valutazione neuropsicologica per l’adolescenza;

CBA-Y (Cognitive Behavioural Assessment, 2013), per la valutazione del benessere psicologico in adolescenti e giovani adulti;

CLES (Coddington Life Events Scales, 2009), per la misurazione degli eventi stressanti nei bambini e negli adolescenti;

CUIDA (2010), per la valutazione dei richiedenti l’adozione, gli assistenti, i tutori e i mediatori;

K-SADS-PL (2004), intervista diagnostica per la valutazione dei disturbi psicopatologici in bambini e adolescenti;

MMPI-A (Minnesota Multiphasic Personality Inventory – Adolescent, 2001), utilizzato per l’assessment della personalità

PCL:YV (Hare Psychopathy Checklist: Youth Version, 2013), per la valutazione della psicopatia;

PSI (Parenting Stress Index, 2008), per misurare lo stress presente nella relazione genitore/figlio;

TCS-A (Test sul superamento dei compiti di sviluppo in adolescenza, 2015), sessualità, abilità cognitive e socio-relazionali e identità;

Test Q-PAD (2011), per la valutazione della psicopatologia in adolescenza…per nominarne solo alcuni.

La perizia nella giustizia minorile richiede uno psicologo forense altamente specializzato, dotato di conoscenze approfondite delle dinamiche psicologiche, delle leggi e delle normative etiche. Il suo contributo riveste un ruolo cruciale nel garantire una valutazione accurata e una presa di decisione giudiziaria informata, finalizzata alla tutela degli interessi dei minori coinvolti.

I temi trattati verranno affrontati dettagliatamente nel

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